Nel duo in azione in questo disco ritroviamo con piacere Riccardo Sinigaglia, storico sperimentatore attivo fin dagli anni ’70 e co-responsabile nel decennio successivo di belle avventure sonore quali Correnti Magnetiche, The Doubling Riders e Futuro Antico. Al fianco del musicista di Arona il percussionista di estrazione colta Sergio Armaroli, qui impegnato prevalentemente al vibrafono.
L’esplorazione del suono è basata in prevalenza sull’improvvisazione su scale, indicate anche nei titoli con la notazione inglese: il leggero straniamento dato dalle accordature non temperate dello xantur di Sinigaglia, in contrasto con il suono più canonico dell’altro strumento, dà al fluire scorrevole dei suoni un significativo apporto nell’evitare le trappole della banalità in stile new age, rischio spesso in agguato in operazioni del genere.
Al di là di qualche calo ai limiti della naiveté (Two E), un lavoro ricco di momenti intensi, molto valido in particolare nei due episodi live One F e Four D e nel conclusivo Five, con fasi nelle quali il suono è distillato in maniera quasi ecologica. Un ascolto consigliabile, quindi, in tempi come i nostri, altamente inquinati sul piano acustico, e non solo dal punto di vista strettamente musicale…