Mask Of Confidence

Mask Of Confidence

Per l’analisi, i dettagli tecnici, le fonti, Mick Karn, David Sylvian ecc. sono più che esaustive le accurate note di copertina su Bandcamp. Rimando a quelle.

Qui solo poche impressioni d’ascolto.

Tutto bello.

Le sinuose punteggiature cameristiche del clarinetto basso.

Le parti vocali ad opera di Jeff Collier, omaggio quasi mimetico.

I landscape sonori e il drumming virtuoso con misura.

Ma (ovviamente) soprattutto le linee del basso, perentorie, implacabili con l’opportuno tocco di leggerezza che evita di farle scivolare nella squadratura, a definire la sostanza di questo disco: accattivante, professionale, ispirato.

Tasto repeat…

released March 30, 2022

STEFANO CASTAGNA – compositions, keys, guitars, tavola di Flos, samplers, treatments, programming
FABIO TRENTINI – compositions, fretless bass, keys, guitars, loops & treatments, backing vocals, percussion
JEFF COLLIER – lyrics, lead vocals, percussion
with
PAT MASTELOTTO – drums & percussion
MARKUS REUTER – touch guitar
ANGELA KINCZLY – clarinet
GIOVANNI FORESTAN – bass clarinet, sax

Beledo – Seriously Deep

MJR 118

Nuova uscita discografica per l’axeman uruguagio Beledo, qui in classico power trio con Tony Levin e Kenny Grohowski.

Il nucleo fondante del disco consta di un duplice omaggio a Eberhard Weber: in apertura la rilettura del classico ECM Seriously Deep (1978), lungo brano a firma del prodigioso contrabbassista, la cui carriera si è purtroppo interrotta nel 2007 a causa di severi problemi di salute. La trascrizione che ascoltiamo è sostanzialmente fedele all’originale, tonica ma senza essere eccessivamente muscolare, e rende quindi nel miglior modo la quieta atmosfera che a suo tempo affascinò il giovane Beledo ed il suo amico Jorge Camuraga, che ritroviamo come ospite al vibrafono in Maggie’s Sunrise, il secondo hommage, brano del leader che nell’impostazione e svolgimento richiama i modelli compositivi del dedicatario. In questa circostanza Beledo si mette in luce (come nella title track) nell’insolita veste di pianista, mostrando anche su questo strumento chiaro talento con un solo fluido ed armonioso.

Abbiamo poi due brani vocali: in Mama D il testo di Beledo narra le vicende della cantante sudafricana Dorothy Masuka. La voce dal timbro brillante è quella di Kearoma Rantao, il guitar solo piazzato qui è invero micidiale. Più etereo e tipicamente seventy è A temple in the Valley, dove sono i vocalizzi di Boris Savoldelli a tratteggiare una lunga e solenne minisuite, dieci minuti di rara efficacia emotiva, grazie alle eccellenti performances del leader e del vocalist bresciano, qui davvero al meglio del suo ventaglio espressivo.

Infine, un terzo blocco del disco è costituito da due impro collettive, ormai da tempo prassi consolidata per le uscite Moonjune: la vivace e funkeggiante Into the Spirals, che chiude il disco, dove il trio appare ben coeso e in the groove; e la più lunga e strutturata Knocking Waves, che apre con un lungo e spazioso landscape elettronico, dal quale emerge poi Tony Levin a dettare uno sviluppo che rende via via più densa la trama sonora, che nel finale assume toni vigorosi per poi lentamente spegnersi.

Un lavoro vario, articolato, maturo sul piano compositivo ed eccellente nella qualità delle prestazioni strumentali. Recommended record.

  1. Seriously Deep
  2. Mama D
  3. Coasting Zone
  4. Maggie’s Sunrise
  5. Knocking Waves
  6. A Temple in the Valley
  7. Into the Spirals

Beledo – electric guitar, acoustic piano

Tony Levin – upright bass, bass guitar

Kenny Grohowski – drums

Guests: Jorge Camiruaga vibraphone (4) – Kearoma Rantao vocals (2) – Boris Savoldelli (6)

 

PAKT

MJR 116

Nelle più recenti uscite del catalogo Moonjune, una scelta espressiva sempre più frequente è la pratica dell’improvvisazione. In questo PAKT, doppio album registrato nell’Agosto 2020, la scelta in tal senso è radicale. Due lunghe suite in presa diretta dal vivo allo Shapeshifter Lab. in NYC, ognuna poco sopra i 50 minuti, interamente improvvisate dal gruppo formato dal veterano Percy Jones, (a metà anni ’70 bassista degli eccellenti Brand X), affiancato dai chitarristi Alex Skolnick e Tim Motzer, con la batteria affidata a Kenny Grohowsky.

La sintonia fra i quattro è a buoni livelli, il percorso sonoro è ben leggibile, con lunghi spunti dove si alternano solo chitarristici ad alto tasso di intensità, che costituiscono la principale essenza di questo lavoro. La musica scorre fluida, con un inconfondibile impronta progressive, ben sostenuta ritmicamente da groove trovati lì all’istante, spesso dettati dal basso. Più rare le fasi in cui il gruppo appare più cauto, assorto nel suono in quanto tale, prima di addentrarsi nella successiva scorribanda.

Per la sua intrinseca natura, più che descritto o analizzato tecnicamente, un disco così strutturato va approcciato in maniera istintiva, senza particolari filtri. Il risultato sarà un ascolto interessante, mutevole e assolutamente godibile.

PERCY JONES – bass guitar
ALEX SKOLNICK – guitar
KENNY GROHOWSKI – drums
TIM MOTZER – guitars, electronics
1. Emergence
2. Over Strange Lands
3. The Mystery
4. The Unsilence
5. Brothers Of Energy
6. Perseverance
7. The Sacred Ladder
8. Drifts & Alignments
9. Nigh Crossings
10. The Great Spirit
11. Departure Sanctuary
12. Cosmic Fire
Recorded live at the ShapeShifter Lab, Brooklyn, NY, August 15, 2020, during the lockdown.
Mixed and mastered by Benjamin Schäfer and Markus Reuter. Mastered by Fabio Trentini and Markus Reuter.
Produced by PAKT and Leonardo Pavkovic.
Executive production by Leonardo Pavkovic.

 

Live – Gianluca Petrella & Pasquale Mirra _ Padula 27 agosto 2021

Nell’ambito del jazz festival DOUBLE SKY, doppio appuntamento per la serata conclusiva. In apertura, l’atipico duo formato dal trombonista Gianluca Petrella e dal vibrafonista percussionista Pasquale Mirra. Il materiale presentato è tratto dal recente lavoro discografico Correspondance. Il set, già rodato da numerose esibizioni precedenti, fila via intenso e scorrevole, forse ancora più coinvolgente rispetto alla prova in studio, dove numerose sono le collaborazioni di altri musicisti. La formazione in duo “puro” permette di certo maggiore libertà espressiva e improvvisativa, agevolata dal sapiente uso di elettronica e loop da parte di entrambi. Petrella è il solito mostro di intensità, intonazione e gusto, sempre in giusto equilibrio tra invenzione e suono più sostanziale e terragno. Ben sostenute dal lavoro percussivo di Mirra, le trame sonore spaziano fra l’Africa e il camerismo colto, fra l’immersione ipnotica nel suono puro e il riff che smuove il piede e la testa dell’ascoltatore. Un set conciso e riuscito, molto apprezzato dal pubbico presente.

Dewa Budjana – Naurora

MJR 115

Pur trovandosi nella intrinseca difficoltà di produrre da remoto, in quanto artista abituato a registrare live in studio con i musicisti, l’axeman indonesiano Dewa Budjana riesce a scavalcare le frontiere e i limiti fisici imposti dalla pandemia, confezionando un prodotto brillante e fresco.

I solo del leader sono a tratti memorabili, bilanciati al meglio fra tecnica e ispirazione, e misurati anche nella durata; e invero fenomenale è anche l’astro nascente Mateus Asato, a cui è affidato il solo in Swarna Jinga.

La pacata ballad Kmalasana , perfetto esempio di mix fra asian music e prog-fusion nello svolgimento tematico , evolve poi con un clamoroso omaggio a David Gilmour nella parte centrale.

Sabana Shanti è caratterizzata dall’elegante intervento al sax soprano del sempre grande Paul McCandless, al quale è giustamente concesso ampio spazio, sia nello sviluppo del tema che del successivo solo, al quale segue un efficacissimo intervento pianistico di Joey Alexander.

Oltre ai già citati ospiti “eccellenti”, opportuno citare anche la presenza di altre prestigiose firme, come quella del pianista Gary Husband e dei drummers Dave Weckl e Simon Philips, sempre efficacissimi nei loro break percussivi.

Naurora; Swarna Jinga; Kmalasana; Sabana Shanti; Blue Mansion

Dewa Budjana guitar, soundscapes, all composition

Simon Phillips and Dave Weckl drums;

Carlitos Del Puerto, Jimmy Johnson and Ben Williams bass & upright bass;

Gary Husband and Joey Alexander piano;

Paul McCandless soprano sax;

Mateus Asato guitar solo on Swarna Jingga.

Recorded remotely during the pandemic in 2020 and 2021