Archivio mensile:ottobre 2020

Markus Reuter Oculus – Nothing is Sacred

MJR 105

Un lavoro molto particolare, questo NIS a firma del Markus Reuter OCULUS. Il progetto appare all’ascolto totalmente improvvisato, ma in realtà dal punto di vista compositivo è interamente attribuito al leader. In pratica vengono date ai musicisti regole atte a non consentire il processo improvvisativo in termini canonici; lo scopo è creare comunque armonie e melodie inconsuete, ma all’interno di una griglia ritmica e tessitura sonora unificanti, rappresentate (forse) dal semplice schema riportato nell’interno di copertina.

Il quartetto di base che agisce durante la performance è il power trio con l’aggiunta del violino di David Cross. A questo strato sonoro di partenza si aggiungono poi le sovraicisioni di Mark Wingfield e Robert Rich.

Il risultato è un saporito calderone di pietanze, una sorta di ripresa del primo Miles elettrico mescolato con l’immancabile filone crimsoniano.  L’alto tasso energetico garantito dal poderoso drive di Asaf Sirkis trova ideale contrappunto nell’altrettanto potente spinta dei pattern neo funky del basso di Fabio Trentini.  All’interno di questo tessuto vengono poi ricamate le classiche texture-landscape, che il chitarrista tedesco ha ormai “metabolizzato” in tutta la sua produzione: in tal senso, la title track compendia la sostanza sonora appena descritta, mantenendo un’impronta assolutamente prog, e scatenando ovviamente gli efficacissimi guitar solo del leader e di Mark Wingfield, fino a smarrire leggermente il controllo intorno ai 10′, con Trentin a riprendere poi le fila della coerenza espressiva fino al graduale dissiparsi dei suoni nel finale.

The Occult parte e si svolge più pacato per la prima metà, un po’ come un Thela Hun Ginjeet leggermente rallentato, con le percussioni a disegnare uno spazio ampio e circolare dove innestare poi le textures: la trama sonora si potenzia e infittisce poi nella seconda parte del brano, sempre innescata dal groove dettato da Trentin.

Come un Giano bifronte, quasi a prendere un lungo, meditativo respiro le precedenti scorribande, il resto del disco vede dilatate sonorità space-age quale principale essenza di Bubble Bubble Bath (Wink), e della successiva Solve et Coagula, più corposa nell’insieme ma egualmente rilassata. Basso e batteria distillano con più parsimonia gli interventi, giocati più in chiave coloristica che ritmica. E a degna chiusura di questo lavoro Bubble Bubble Bubble Song (Sighs), caratterizzata nel finale dal toccante timbro del violino di David Cross.

Nothing is Sacred (Dice II) – The Occult (Dice I) – Bubble Bubble Bubble Bath (Wink) – Solve et Coagula (Ghost I) – Bubble Bubble Bubble Song (Sighs).

Markus Reuter: Touch Guitars® AU8, soundscapes, keyboards                                                     David Cross: Fender Rhodes, electric violin                                                                                         Fabio Trentini: bass                                                                                                                                              Asaf Sirkis: drums, percussion                                                                                                                    Mark Wingfield: electric guitar                                                                                                                  Robert Rich: textures.

Markus Reuter – Sun Trance (2020)

MJR 104

Un sestetto di “mallet instruments”, affiancato da clarinetto basso e ritmica tradizionale, qui ripresi dal vivo a dare sostanza ad una composizione di Markus Reuter , a metà fra il minimale ed il post-rock, dove la scansione ritmica uniforme degli strumenti a percussione si integra al meglio con il virtuosistico e intenso guitar solo, in perfetto stile e timbro crimsoniano, che parte intorno al minuto 15 e caratterizza da lì in poi, quasi senza soluzione di continuità, la lunga suite che chiude poi in rallentando, con graduale rarefazione dei suoni, intorno ai 37′.

Un lavoro succinto ma interessante, per la sua caratteristica di discontinuità rispetto alle recendi produzioni di Markus Reuter.

Dennis Kuhn: Vibraphone
Ti-Hsien Lai: Vibraphone
Luis Andrés Chavarría Báez: Glockenspiel
Lukas Heckmann: Glockenspiel, Shaker
Marius Fink: Crotales, Shaker
Oğuz Akbaş: Crotales, Shaker
Maria Wunder: Bass Clarinet
Patrick Baumann: Electric Guitar
Johannes Engelhardt: Electric Bass
Hye-Rim Ma: Synthesizer
Linda-Philomène Tsoungui: Drums
Markus Reuter: Touch Guitars® AU8, Soundscapes