Dopo l’impressionante “Never Pet a Burning Dog,” già recensito qui, douBt ritorna con un nuovo album. Il trio appare, come è ovvio, ancor più amalgamato e telepatico rispetto al già ottimo esordio. Si avverte un maggior lavoro sulle strutture tematiche e armoniche, con un risultato che pur mantenendo un’alto tasso di libertà espressiva, si orienta solidamente verso i territori jazz-rock e progressive. Appare in grande forma Michel Delville, che disegna con grande efficacia e ispirazione le trame dei suoi spazi solistici, fornendo in più di un’occasione spunti davvero pregevoli e coinvolgenti, come in Jalal e nella cover di Purple Haze; fondamentale anche il suo contributo compositivo, con la migliore espressione nel gioiellino The Invitation, rilassata ballad dall’andamento sincopato ed elegante.
Bella anche No More Quarrel With The Devil, sempre dalla penna del chitarrista belga, con un’apertura in stile Black Sabbath e una parte centrale che richiama i timbri cari a Mike Ratledge. Pur se ridotta, non manca la componente più strettamente jazzistica e free, che prende il sopravvento in Rising Upon Clouds, The Human Abstract e nella seconda metà della lunga title-track, altro brano dalla struttura bifronte, caratterizzato nella prima parte da una solenne intro dove le tastiere di Alex Maguire si pongono in chiara evidenza.
A dare corpo e sostanza al tutto, ancora una prova di notevole caratura da parte di Tony Bianco, possente nel garantire il sostegno ritmico e al tempo stesso sciolto e fantasioso, elemento portante di questo atipico e brillante trio, che lascia prevedere sviluppi di grande interesse nel caso si consolidi come gruppo stabile.
MJR 049 – 2012
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