L’assoluto microcosmo evocato dal nome del quartetto apre all’infinitamente grande nel titolo del disco. Ancora una volta affiancato dal pianista Alexander Hawkins, già sodale nel precedente omaggio a Lacy FORGOTTEN MATCHES, Roberto Ottaviano torna con un disco davvero ricco e composito, mutevole e interessante ad ogni riascolto.
L’apertura con Vulpecula ha andamento danzante ostinato, suoni secchi e nitidi, un solo centrale che mette in luce fraseggio chiaro e spazioso, coerente nello spirito di ricerca, intenso e rigoroso ma al tempo stesso comunicativo. Tratti che da sempre caratterizzano l’estetica musicale dell’artista barese.
Nella successiva Berenice’s Code, assai elegante nell’incipit, nei suoni in circolo di Planet John Lee Hooker e in On The Harmonica Wake il procedimento esplorativo degli spazi sonori consegna all’ascolto una musica assorta, sia nei materiali tematici che nelle ampie fasi a sviluppo libero.
I momenti più sanguigni e marcatamente ritmici si ritrovano nell’esplicito omaggio al pianista Herbie Nichols, swingante e ben sostenuto dal lavoro di un eccellente Michael Formanek, ed impreziosito dal conclusivo solo di Gerry Hemingway, drummer versatile ed aperto come pochi; e in Holy Gravity, dove è ancora il potente avvio del contrabbasso che detta le mosse ad un rilassato funky, declamato insolitamente dal nostro con l’uso del baritono. Ancor più intenso è Centaurus, unico spazio in cui i suoni si fanno più serrati e febbrili in tipico stile post-free.
Interamente composto dal leader, il disco raggiunge il picco nella conclusiva Sideralis, otto minuti di pura astrazione sonora, evocazione degli eterei spazi suggeriti dal titolo, dove l’equilibrio fra suono e silenzio, fra nota e rumore supera di slancio gli steccati di genere e facile etichettatura, e richiama alla mente la musica contemporanea colta più attenta all’interiorità dei suoni (pensiamo a Scelsi o ancor di più a Luigi Nono) raggiungendo risultati comparabili ai migliori esiti in tale ambito.
Da menzionare anche l’alta qualità della registrazione, che garantisce perentoria ed equilibrata presenza degli strumenti, perfetta definizione e spazialità, assoluta fedeltà timbrica.
Eccellente, tutto.
2 – Berenice’s Code
3 – Planet Nichols
4 – Planet John Lee Hooker
5 – Ellingtonia
6 – Afro Asteroids Game
7 – On The Harmonica Wake
8 – Holy Gravity
9 – Centaurus
10 – SideralisAll compositions by Roberto Ottaviano (Dodicilune edizioni)
Alexander Hawkins, piano
Michael Formanek, bass
Gerry Hemingway, drums, mouth harp