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R.I.P. RIZA ARSHAD (Nov 2, 1963 – Jan 13, 2017)

Ricevo oggi dall’amico Leo Pavkovic la triste notizia della prematura scomparsa di Riza Arshad, maestro delle tastiere e in particolare del Fender Rhodes, fondatore e leader del gruppo simakDIALOG. Del musicista indonesiano si è già parlato in questo blog, recensendo le uscite discografiche The 6th Story e Patahan.

Con gesto di grande eleganza, a celebrare nel modo migliore possibile il lascito culturale dell’artista, Moonjune rende disponibili in free download ben 5 album del gruppo: oltre ai due già citati, Demi Masa, Live at Orion e Trance/Mission. Riportando le testuali parole “There is no better way to celebrate my friend’s music than listening to my friend’s music, and I invite You all to do the same, to listen to the great music of my dear late friend, and music visionary, Riza Arshad. Rhodes to Paradise. R.I.P. Riza Arshad (November 2, 1963 – January 13, 2017) Leonardo Pavkovic”

Qui sotto il link, valido fino al 14 febbraio, anche per i formati alta fedeltà WAV/FLAC/ALAC oltre ai compressi M4A/MP3-320

 EVENTUALI DONAZIONI SONO BEN ACCETTE

CONTRIBUTIONS ARE GLADLY ACCEPTED

simakDialog – “The 6th story”

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Ideale chiusura della terna indonesiana iniziata con le due più recenti recensioni, (ultima e penultima) “The 6th story” di simakDialog è un ibrido introverso e a tratti affascinante, che fonde in eleganti sonorità l’occidente, qui rappresentato del Fender Rhodes, strumento principale utilizzato dal leader Riza Arshad, e dalla chitarra elettrica del virtuoso Tohpati, con una composita sezione ritmica di stampo orientale, che vede all’opera tre percussionisti impegnati al kendang, strumento tipico dello stile gamelan Sundanese, e a varie percussioni metalliche.

Ne risulta una miscela sonora che talvolta sembra procedere su strade parallele, piuttosto che integrarsi appieno, dando la sensazione complessiva di un lieve straniamento che oscilla, fra tempi in continuo mutamento, alle soglie del caos (la breve Harmologic ne rappresenta un perfetto esempio), altrove trova invece linearità e strutture melodiche più intellegibili, come nella quasi-ballad What Would I Say e nel fraseggiare solenne della successiva For Once and Never.

Un ascolto non immediato, quindi, ma testimonianza di un sano spirito di avventura che cerca di andare oltre le facili strade del virtuosismo spettacolare, che pure sarebbe nelle corde tecniche dei musicisti, per concentrarsi sulla ricerca di una rilettura originale delle numerose influenze jazz-rock e prog che comunque traspaiono in controluce. Operazione coraggiosa, che al di là degli esiti disuguali nell’ambito dell’ora di durata, risulta senz’altro stimolante e degna di adeguata attenzione.

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SimakDIALOG – Patahan

MoonJune MJR 015 – 2007

Frutto di una registrazione live effettuata a Jakarta nel 2005, Patahan propone 5 lunghe composizioni del pianista Riza Arshad, leader del gruppo indonesiano SimakDialog.

I primi due brani propongono una fluida ed elegante fusion west-east, con le progressioni armoniche e gli interventi solistici di piano e chitarra (che risentono della lezione di Lyle Mays e Pat Metheny) miscelate ai timbri tipicamente asiatici della ritmica, e agli interventi delle vocalist in Spur of The Moment.

Più meditativa Kemarau, dove sembra prevalere, una volta esposto il tema che viene poi ripreso nel finale, la componente improvvisativa: i suoni echeggiano e si aggirano senza trovare precise direzioni o sviluppi.

Worthseeing torna a seguire una più lineare struttura jazz-rock, con un eloquente sfoggio di tecnica del chitarrista Tohpati Ario Hutomo, protagonista di un vigoroso solo alla Holdsworth che caratterizza la parte più coinvolgente del pezzo.

Kain Sigli si apre con un poema declamato contemporaneamente in Tedesco e Bahasa, dal bell’effetto straniante, e continua sviluppando una lunga e ambiziosa suite, impegnativa dal punto di vista compositivo, strumentale e vocale, senz’altro il momento più interessante e creativo dell’intero album. Come se, solo alla fine del percorso, Arshad si sentisse finalmente svincolato dai modelli citati, e pronto per la ricerca di una propria cifra stilistica. Aspettiamo fiduciosi i prossimi capitoli.

1. One Has to Be
2. Spur of the Moment
3. Kemarau
4. Worthseeing
5. Kain Sigli
Riza Arshad – Piano, Fender Rhodes, synthesiser
Tohpati Ario Hutomo – Electric, synth and acoustic guitars
Adhitya Pratama – Electric fretless bass
Endang Ramdan – Sunda kendang, toys

Guests:
Emy Tata – Makassar kendang, ceng-ceng, kethuk, vocals, poetry reading (tracks 2, 5)
Nyak Ina Raseuki ‘ubiet’ – Vocals
(tracks 2, 5)
Marla Stukenberg – Poetry reading
(track 5)