Archivio mensile:marzo 2017

Michel Godard – Ihab Radwan_DOUX DÉSIRS

Dodicilune ED362

Michel Godard è senz’altro tra i massimi specialisti di due strumenti particolarmente ostici dal punto di vista tecnico, tuba e serpentone, dai quali riesce ad estrarre un canto arcano e modernissimo, venato di malinconia. La sua prestigiosa carriera spazia infatti dalla musica cólta “scritta” a quella improvvisata: qui esplora il secondo dei due ambiti citati, affiancato da Ihab Radwan all’oud.

Il plettro descrive un canonico, elegante fraseggio utilizzando i modi tipici della musica araba-mediterranea, azzardando solo episodicamente figurazioni ritmiche e armoniche, come nella fulminea Il Goloso. Su tale canovaccio si innesta la creazione dei due strumenti a fiato, che sfugge invece a qualsiasi facile classificazione, libera e ispirata come solo l’espressione del talento vero sa essere.

E’ un disco introverso, forse non facile da recepire nelle sue sfumature se non dopo ripetuto ed attento ascolto, ma certamente denso, meditativo, significante.

Michel Godard – serpent, tuba (2, 8), el. bass (1, 7, 12)
Ihab Radwan – oud, vocals (9)

1 – Su l’onda d’amore
2 – In The Grotte
3 – Intro to Tenderness
4 – Tenderness
5 – Il Goloso
6 – Dahab
7 – Acqua Alta
8 – Serbia
9 – Malato d’amore
10 – Love at first sight
11 – A la folie
12 – A Trace of Grace

Compositions by Michel Godard (1, 7), Ihab Radwan (2, 4, 6, 8, 9), Michel Godard/Ihab Radwan (3, 5, 10) Dodicilune edizioni except 11 by Michel Godard (Schott Music), 12 by Michel Godard.

 

Giorgio Buratti – Listen to me (1979-83)

Ducale Jazz  DJZ 363

Musicista sempre un po’ defilato nell’ambito jazzistico italiano, il contrabbassista Giorgio Buratti è in realtà protagonista di una propria fertile e creativa discografia, che parte nei primi anni ’60 con Jazz Form For Export, disco che passa di mano a prezzi esorbitanti nelle aste dedicate ai collezionisti.

All’opposto, un facile ed invero “economico” approccio può essere l’ascolto di Listen to me, facilmente reperibile in formato vinilico sui più celebri siti di acquisti online, al prezzo di un aperitivo o poco più. Le influenze mingusiane, seppure evidenti, sono ben lontane dalla mera e sterile citazione: l’assunto è ben esplicitato nelle due iniziali composizioni originali Hey Mama, Mama Hey, cui fa seguito una possente prova all’archetto (What are you doing, man?) a introdurrre e sostenere la successiva ayleriana Ghost. Il tutto sapientemente mescolato a rumori di traffico cittadino, voci e frammenti di street band, anche nella rilassata versione di Mood Indigo.

L’altro lato del disco dà spazio allo strumento puro in Whipsaved, sei minuti di bass solo (ed ancora rumori) che sorprendono per concretezza ed intensità interpretativa. Una solenne e concisa Good bye Pork Pie Hat e un breve richiamo alla suite Pithecantropus Erectus rendono omaggio al maestro di Nogales, e a chiudere I can’t get started sfocia nella conclusiva Flash Back fermandosi un attimo prima del caos.

Ugualmente disinvolto, sia nelle forme canoniche che nelle scorribande free più infuocate, Buratti è senz’altro un artista da ri-scoprire. In questo, facilita la generosa decisione di mettere a disposizione gran parte della discografia su youtube per l’ascolto libero, passando dall’indirizzo http://www.giorgioburatti.com/

Paola Arnesano – Vince Abbracciante MPB!

Dodicilune ED366

MPB sta per musica popolare brasiliana, e Paola Arnesano e Vince Abbracciante ci conducono in un viaggio attraverso i diversi generi che la caratterizzano (choro, samba, bossa…): il repertorio rilegge con intensità e personale approccio sia autentici standard dal songbook dei maestri più celebrati come A.C.Jobim, Vinicius de Moraes, Chico Buarque, che pagine meno note, e proprio per questo ancor più fresche e interessanti all’ascolto.

L’ampio respiro del canto della vocalist, ora cupo ora brillante, con uguale efficacia pensoso ed energico nella naturale alternanza fra tristeza felicitade, si fonde nella miglior maniera con quello del mantice del fisarmonicista; Vince è a suo agio sia nella costruzione di bordoni e sostegni a riempire lo spazio sonoro, che negli episodici sfoggi di virtuosismo, come nelle trascinanti interpretazioni di Frevo de Itamaracá e Frevo número dois do Recife.

Dalla bella prova di Paola, in particolare evidenza O sonho e Encontros e despedidas.

Paola Arnesano – vocals
Vince Abbracciante, accordion

1) Feio não é bonito
2) A voz do morro
3) Por toda a minha vida
4) Frevo de Itamaracá
5) Feira de Mangaio
6) O sonho
7) Carinhoso
8) Na Carreira
9) Lamento sertanejo
10) Tico-Tico no Fubá
11) Encontros e despedidas
12) Frevo número dois do Recife
13) Olha Maria

 

Maria Merlino – Alos

mariamerlino

rudi records RRJ1033

Negli impervi territori della composizione istantanea e aleatoria, prova a trovare il suo fil rouge Maria Merlino. Fra i numi tutelari di questo Alos c’è Anthony Braxton, a cui è esplicitamente dedicato il brano centrale della scaletta, quasi a mo’ di architrave di un progetto nel quale lo spunto breve e frammentario, spesso febbrile, si alterna adeguatamente a sviluppi più estesi del nuclei ritmici e tematici che affiorano lungo il percorso, dove i suoni si aprono a concedere maggior spazio e respiro alla trama.

La giovane sassofonista siciliana, che si mostra già provvista di solida e matura tecnica, è ben coadiuvata, nella sua avventura sonora, dal brillante e dinamico apporto della chitarra elettrica “trattata” di Giancarlo Mazzù, che episodicamente tocca anche la batteria con approccio che in verità appare un po’ naif, e dal basso di Domenico Mazza, che dà corpo e sostanza al tutto mantendosi comunque libero e lontano dal semplice ruolo di schematico sostegno

Un bel disco, che sorpende in più punti, e soprattutto nella scelta di concludere il tutto con uno sghembo e divertente calypso.

  1. Cappero (Merlino, Mazzù, Mazza) (4:38)
  2. Alos (Merlino) (2:04)
  3. La Ricerca (Merlino) (3:22)
  4. Il Cambiamento (Merlino) (1:25)
  5. La Quiete (Merlino) (2:38)
  6. For Anthony Braxton (Merlino) (5:38)
  7. Mica (Merlino) (4:20)
  8. Cat (Merlino) (1:54)
  9. Scaccia Paura (Merlino) (5:28)
  10. Private Shout (Merlino, Mazzù, Mazza) (5:45)
  11. Ipso Calypso (Merlino, Mazzù, Mazza) (3:39)
Maria Merlino, sax, shells, walnuts
Giancarlo Mazzùguitar, drums
Domenico Mazza, electric bass

Riccardo Fassi Tankio Band meets Fabio Morgera

fassi

AFMCD194

Superata brillantemente, e da tempo, la boa dei trenta anni (sic!) di attività, la Tankio Band di Riccardo Fassi mostra inalterato lo smalto e la vivacità che da sempre la caratterizzano, la capacità di adattare alle proprie corde, rileggendo con originalità e mantenendo nel contempo fedeltà alla scrittura di partenza, i vari repertori scelti nelle diverse produzioni: ne ricordiamo due per tutti, dedicati alla musica di Frank Zappa e di Eric Dolphy.

Qui l’incontro, stavolta concretizzato con la presenza fisica del dedicatario, è con Fabio Morgera: sette composizioni, alcune già registrate in precedenti dischi ed altre inedite, dove il colore orchestrale arricchisce in maniera determinante la musica del trombettista, napoletano trasferitosi a New York, città che ha segnato ovviamente lo stile e le influenze che trapelano dalle sue sonorità (il Davis elettrico, Freddie Hubbard, Woody Shaw…).

Gli spazi solistici sono in prevalenza gestiti dall’autore dei brani, ma si ritagliano la loro fetta in maniera incisiva anche alcuni membri dell’orchestra, come Pierpaolo Bisogno nella swingante Shell of Lego, caratterizzata da semplici ma efficacissimi riff a sostegno dei numerosi cambi di tonalità e tempo, e nella dedica For Eric Garner ; mentre la rilassata Don’t mess with Mother, con basso a tratti “Acknowledgement-coltraniano”, la successiva Undermining the Pyramid e ancor più Illegal Immigration started in 1492  e Disse Re Italo in greco mettono in luce il Rhodes di Riccardo Fassi. Scura e assorta, nel suo andamento ostinato, la conclusiva Spànteco  (l’accento è necessario, per i lettori dal Volturno in su…)

Buona prova quindi, brillante e piacevole come sempre, per l’ormai storico combo del tastierista varesino.

1 Shell of Lego 8’09
2 Don’t mess with Mother 10’07
3 Undermining the Pyramid 11’56
4 For Eric Garner 6’10
5 Illegal Immigration started in 1492 10’25
6 Disse Re Italo in greco 7’54
7 Spanteco 8’09

All composed and arranged by Fabio Morgera

Fabio Morgera trumpet
Riccardo Fassi Rhodes piano, keyboards
Giancarlo Ciminelli, Claudio Corvini trumpets
Roberto Pecorelli tuba
Massimo Pirone trombone
Sandro Satta, Michel Audisso, Torquato Sdrucia saxophones
Pierpaolo Bisogno vibraphone
Steve Cantarano double bass
Pietro Iodice drums