Michel Godard è senz’altro tra i massimi specialisti di due strumenti particolarmente ostici dal punto di vista tecnico, tuba e serpentone, dai quali riesce ad estrarre un canto arcano e modernissimo, venato di malinconia. La sua prestigiosa carriera spazia infatti dalla musica cólta “scritta” a quella improvvisata: qui esplora il secondo dei due ambiti citati, affiancato da Ihab Radwan all’oud.
Il plettro descrive un canonico, elegante fraseggio utilizzando i modi tipici della musica araba-mediterranea, azzardando solo episodicamente figurazioni ritmiche e armoniche, come nella fulminea Il Goloso. Su tale canovaccio si innesta la creazione dei due strumenti a fiato, che sfugge invece a qualsiasi facile classificazione, libera e ispirata come solo l’espressione del talento vero sa essere.
E’ un disco introverso, forse non facile da recepire nelle sue sfumature se non dopo ripetuto ed attento ascolto, ma certamente denso, meditativo, significante.
Michel Godard – serpent, tuba (2, 8), el. bass (1, 7, 12)
Ihab Radwan – oud, vocals (9)
1 – Su l’onda d’amore
2 – In The Grotte
3 – Intro to Tenderness
4 – Tenderness
5 – Il Goloso
6 – Dahab
7 – Acqua Alta
8 – Serbia
9 – Malato d’amore
10 – Love at first sight
11 – A la folie
12 – A Trace of Grace
Compositions by Michel Godard (1, 7), Ihab Radwan (2, 4, 6, 8, 9), Michel Godard/Ihab Radwan (3, 5, 10) Dodicilune edizioni except 11 by Michel Godard (Schott Music), 12 by Michel Godard.