Archivio mensile:settembre 2021

PAKT

MJR 116

Nelle più recenti uscite del catalogo Moonjune, una scelta espressiva sempre più frequente è la pratica dell’improvvisazione. In questo PAKT, doppio album registrato nell’Agosto 2020, la scelta in tal senso è radicale. Due lunghe suite in presa diretta dal vivo allo Shapeshifter Lab. in NYC, ognuna poco sopra i 50 minuti, interamente improvvisate dal gruppo formato dal veterano Percy Jones, (a metà anni ’70 bassista degli eccellenti Brand X), affiancato dai chitarristi Alex Skolnick e Tim Motzer, con la batteria affidata a Kenny Grohowsky.

La sintonia fra i quattro è a buoni livelli, il percorso sonoro è ben leggibile, con lunghi spunti dove si alternano solo chitarristici ad alto tasso di intensità, che costituiscono la principale essenza di questo lavoro. La musica scorre fluida, con un inconfondibile impronta progressive, ben sostenuta ritmicamente da groove trovati lì all’istante, spesso dettati dal basso. Più rare le fasi in cui il gruppo appare più cauto, assorto nel suono in quanto tale, prima di addentrarsi nella successiva scorribanda.

Per la sua intrinseca natura, più che descritto o analizzato tecnicamente, un disco così strutturato va approcciato in maniera istintiva, senza particolari filtri. Il risultato sarà un ascolto interessante, mutevole e assolutamente godibile.

PERCY JONES – bass guitar
ALEX SKOLNICK – guitar
KENNY GROHOWSKI – drums
TIM MOTZER – guitars, electronics
1. Emergence
2. Over Strange Lands
3. The Mystery
4. The Unsilence
5. Brothers Of Energy
6. Perseverance
7. The Sacred Ladder
8. Drifts & Alignments
9. Nigh Crossings
10. The Great Spirit
11. Departure Sanctuary
12. Cosmic Fire
Recorded live at the ShapeShifter Lab, Brooklyn, NY, August 15, 2020, during the lockdown.
Mixed and mastered by Benjamin Schäfer and Markus Reuter. Mastered by Fabio Trentini and Markus Reuter.
Produced by PAKT and Leonardo Pavkovic.
Executive production by Leonardo Pavkovic.

 

Live – Gianluca Petrella & Pasquale Mirra _ Padula 27 agosto 2021

Nell’ambito del jazz festival DOUBLE SKY, doppio appuntamento per la serata conclusiva. In apertura, l’atipico duo formato dal trombonista Gianluca Petrella e dal vibrafonista percussionista Pasquale Mirra. Il materiale presentato è tratto dal recente lavoro discografico Correspondance. Il set, già rodato da numerose esibizioni precedenti, fila via intenso e scorrevole, forse ancora più coinvolgente rispetto alla prova in studio, dove numerose sono le collaborazioni di altri musicisti. La formazione in duo “puro” permette di certo maggiore libertà espressiva e improvvisativa, agevolata dal sapiente uso di elettronica e loop da parte di entrambi. Petrella è il solito mostro di intensità, intonazione e gusto, sempre in giusto equilibrio tra invenzione e suono più sostanziale e terragno. Ben sostenute dal lavoro percussivo di Mirra, le trame sonore spaziano fra l’Africa e il camerismo colto, fra l’immersione ipnotica nel suono puro e il riff che smuove il piede e la testa dell’ascoltatore. Un set conciso e riuscito, molto apprezzato dal pubbico presente.