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SCHIAFFINI – PRATI – GEMMO – ARMAROLI – Luc Ferrari Exercises d’Improvisation

ED394

Allievo di Messiaen e Cortot, membro attivo del “Groupe de recherches de musique concrète” della Radio francese, Luc Ferrari è stato autore di pagine assai importanti nell’ambito appena citato: una per tutte, si consiglia l’ascolto di Hétérozygote, datata anni ’60. Qui vengono proposti, in forma di quartetto, i suoi Exercises d’Improvisation.

Il #1 e il #2 hanno un quieto andamento narrativo, caratteristico della poetica dell’artista francese: landscapes su cui agiscono in chiave solistica, alternandosi, il trombone di Giancarlo Schiaffini e il cello a tratti lirico di un sorprendente e ritrovato Walter Prati, in passato già al fianco di guastatori sonori cone Thurston Moore ed Evan Parker.

Il#3 è innervato da una pulsazione in stile Steve Reich, con piano e vibrafono che in ostinato echeggiare inizialmente sostengono il fraseggio del trombone, per poi prendere il sopravvento in un incisivo finale.

#4 bilancia la cupezza del suono, nell’elettronica e nel cello, con il timbro brillante della parte alta del registro del vibrafono di Sergio Armaroli.

#5 è incalzante e più serrata delle precedenti, i suoni si affollano creando un effetto claustrofobico, sostenuto dall’intenso lavoro del cello “pizzicato”, e con un ruolo fondamentale affidato stavolta agli svolazzi del piano preparato di Francesca Gemmo.

Stessa sostanza sonora nutre il #6, scorribande del “tutti” sul tappeto elettronico prodotto da un loop che detta il ritmo con un timbro da vecchio farfisa, un po’ “in C” di Terry Riley e (ovviamente) un po’ “Baba O’Riley” degli Who.

In conclusione, il #7 mette il sigillo ad una prova efficace, consegnando un ascolto interessante e per nulla ostico, nonostante l’impervia area di definizione della proposta musicale.

1 – Exercises d’Improvisation N. 1
2 – Exercises d’Improvisation N. 2
3 – Exercises d’Improvisation N. 3
4 – Exercises d’Improvisation N. 4
5 – Exercises d’Improvisation N. 5
6 – Exercises d’Improvisation N. 6
7 – Exercises d’Improvisation N. 7All compositions by Luc Ferrari

Giancarlo Schiaffini – trombone
Walter Prati –  violoncello
Francesca Gemmo – piano
Sergio Armaroli – vibraphone

CURRAN – SCHIAFFINI – C. NETO – ARMAROLI From The Alvin Curran Fakebook -The Biella Sessions

ED386

Da sempre indomito sperimentatore, cacciatore di suoni e timbri inauditi, più incline alla composizione istantanea, alla performance e alla conduction estemporanea, ma anche capace di confezionare pagine più convenzionali, Alvin Curran è figura di spicco nella musica contemporanea da una cinquantina di anni e più, ormai.

I compagni di avventura sono qui Giancarlo Schiaffini, il sassofonista Alípio Carvalho Neto e il vibrafonista Sergio Armaroli, interpreti insieme al leader di un variegato percorso, una summa delle diverse anime del compositore di Providence.

Nel primo dei due CD presentati il nucleo fondante è rappresentato dalle 5 Sequences, ispirate a codifiche di recente pubblicate da Curran nel suo Fakebook, che restano ben salde nell’ambito dell’impro radicale, con rari sprazzi pacificanti in un tessuto prevalentemente intransigente. Musica che, tutto sommato, appare un po’ segnata dal tempo. Stessa sostanza sonora, serrata e claustrofobica fino a diventare incontrollata, in Max’d Out.

Ad aprire il disco Under The fig Tree, composizione degli anni ’70 allora proposta in veste dal sapore kosmische musik; nell’attuale versione, si gioca su toni sommessi, i materiali sonori sono ridotti all’osso, piccole scale dal sapore infantile che si aggirano e non trovano (né cercano) evoluzione o soluzione di alcun tipo.

In chiusura invece A room in Rome, assorto piano solo che ritrova a sorpresa il gusto della consonanza, concedendosi anche una solenne conclusione.

Più riuscito a nostro avviso il secondo CD, costituito in gran parte dalla lunga composizione istantanea The Answer is, a firma dei 4 musicisti impegnati, che sfrutta con grande varietà di timbri (anche preregistrati) e soluzioni lo spazio sonoro, in un lungo e fantasioso sviluppo che prende circa una trentina di minuti.

A completamento del lavoro, ancora due composizioni che testimoniano il lato più immediato della produzione di Curran: Field It, un succinto funky che nel complesso si configura come un “moderato swing” da un vinile anni ’50, fatte salve le sporcature elettroniche, ed in chiusura il brevissimo passetto di danza Soft Shoes.

Disc 1
1) Under The Fig Tree
2) Max’d Out
3) Sequence 1
4) Sequence 2
5) Sequence 3
6) Sequence 4
7) Sequence 5
8) Why Is This Night Different From All Other Nights
9) A Room In Rome

Disc 2
  1) The Answer Is…
2) Don’t Throw That Book At Me
3) Field It
4) Soft Shoes

All compositions by Alvin Curran except “The Answer Is…” by Curran, Schiaffini, Carvalho Neto, Armaroli [Tape: “Voci per Gigi” (1994) by Giancarlo Schiaffini; “Beyond Max’d Out” computer tape by Francesca Gemmo]

Personnel

Alvin Curran – piano, shofar, computer
Giancarlo Schiaffini – trombone
Alipio Carvalho Neto – saxophones, brazilian whistles, percussions
Sergio Armaroli – vibraphone, talking drum, tam tam, percussions

Marcello Testa – double bass (2, 3 cd1, 4 cd2)
Nicola Stranieri – drums (2, 3 cd1, 4 cd2)

Italian West Side Big Band – BlueTone

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Le oggettive difficoltà di concretizzare (e tenere in vita) un organico di così vaste dimensioni fa sì che siano sempre più rare le occasioni di ascoltare una big band.

In questo caso il nume tutelare è Marco Tiso, che dirige, arrangia e compone 5 dei 6 originali in scaletta di questo BlueTone. La restante parte del repertorio consta di classici a firma Kern, Gershwin, Arlen e Mingus, posto in apertura con Moanin’, ad effetto con il saltellante baritono di Giancarlo Canini, e in chiusura con la poco frequentata Monk, Bunk & Vice Versa, dove il gigante di Nogales fonde attraverso parafrasi l’estetica di Monk con quella del pioniere Bunk Johnson.

L’organico è composto in buona parte da docenti ed ex studenti del conservatorio di Frosinone: spicca la presenza di alcuni ospiti prestigiosi quali Eugenio Colombo, Giancarlo Schiaffini e Maurizio Giammarco. Senza nulla togliere agli altri validi interpreti, i tre sono naturalmente responsabili dei migliori spunti solistici dell’album, rispettivamente in Chase the Phantom, nella già citata Moanin’ e in Blue Tone, ad esempio.

Sciolta e swingante nell’esposizione dei materiali tematici, precisa nell’intercettare metronomicamente i numerosi cambi di tempo (nella title track si fa davvero fatica a tenerne il conto), l’orchestra confeziona un buon prodotto, dove la classica impostazione da big band non si traduce in un risultato meramente mainstream, ma regala un ascolto fresco e intriso di modernità.

1 Moanin’ (Charles Mingus) 7.01
2 Music Inn (Marco Tiso) 3.50
3 Over the Rainbow (Harold Arlen) 8.36
4 Blue Tone (Filiberto Palermini) 7.03
5 Chase the Phantom (Marco Tiso) 4.18
6 C for Chet (Marco Tiso) 5.42
7 Big Drivers (Marco Tiso) 4.53
8 Raven Flight (Marco Tiso) 6.18
9 Somebody Loves Me (George Gershwin) 5.50
10 Dearly Beloved (Jerome Kern) 5.59
11 Monk, Bunk & Viceversa (Charles Mingus) 6.34

Italian West Side Big Band
Musical Direction Marco Tiso,
arrangements Marco Tiso & Filiberto
Palermini

Special Guests
Maurizio Giammarco tenor sax
Eugenio Colombo soprano sax
Aldo Bassi trumpet
Giancarlo Schiaffini trombone

Filiberto Palermini ss/as
Stefano Preziosi ss/as
Alessandro Tomei ts/fl
Antonello D’Orazio ts
Danilo Raponi ts
Giancarlo Canini bs/as
Trombones
Romeo Venditti
Davide Rossini
Mattia Collacchi
Rosario Liberti tb/tuba
Piano
Alberto Giraldi
Trumpets
Mario Caporilli
Enzo Collacchi
Franco Santodonato
Fabio Gelli
Rhythmics

Ettore Fioravanti drums
Stefano Spallotta guitar
Alessandro Del Signore double bass

Porta Palace Collective (2014)

ppcRRJ1024 Rudi Records

Quintetto nato nell’ambito della scuola di musica Arcote Jazz di Torino, il Porta Palace Collective è qui arricchito dalla carismatica presenza e direzione di Giancarlo Schiaffini, autore dell’intero repertorio proposto. Il gruppo si muove all’interno di una costruzione sonora flessibile Continua a leggere Porta Palace Collective (2014)