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The Wrong Object – Into the Herd

Off Records OCD043 (2019)

Gradita strenna in questo periodo, va alle stampe il nuovo lavoro di Michel Delville alla testa di Wrong Object, a nostro avviso il progetto più complesso e articolato fra le numerose emanazioni che l’axeman di Liegi nel corso del tempo ha organizzato e condotto.

Anche stavolta il terreno si mostra fecondo, e il frutto Into the Herd è davvero sapido, ricco della varietà di stili che da sempre fanno da riferimento nella carriera del chitarrista, di cui spesso si è parlato in questo blog, commentando alcune delle numerose uscite discografiche.

La ruvida pulsazione che apre la title-track sviluppa una trama che riporta alle atmosfere solenni degli Henry Cow. E da lì prende le mosse un percorso che denota grande compattezza sonora, predilezione per le timbriche scure, una discreta maturazione del tastierista Antoine Guenet e il sempre possente apporto del batterista Laurent Delchambre, che firma ben tre dei brani in scaletta.

Determinante anche li contributo dei fiati, affidati a Marti Melia e François Lourtie: esemplificative in tal senso Another thing e Many Lives, dove l’insinuante dialogo delle ance prende all’inizio ampio respiro per poi farsi via via più serrato; e ancora più Ship of fools, con la connotazione jazzistica dei due solo in successione.

Ultime citazioni per Filmic, introdotta da una bella linea di basso che evolve in un ricco e articolato materiale tematico,  balcan-orientale, che lancia una sequenza di brevi e ben riusciti solo prima di tornare brevemente, in chiusura, all’esposizione; e per la scanzonata e divertente frase del conclusivo Psithurism.

Il tutto, sempre con vivo piacere d’ascolto.

1. Into The Herd
2. A Mercy
3. Rumble Buzz
4. Another Thing
5. Filmic
6. Mango Juice
7. Many Lives
8. Ship Of Fools
9. Psithurism
  • Guitar, Guitar Synthesizer – Michel Delville
  • Bass Saxophone, Tenor Saxophone, Clarinet – Marti Melia
  • Tenor Saxophone, Soprano Saxophone – François Lourtie
  • Keyboards – Antoine Guenet
  • Bass – Pierre Mottet
  • Drums, Percussion, Sampler – Laurent Delchambre

Machine Mass – Plays Hendrix

MJR 084 (2017)

Chitarrista fra i più inventivi della generazione “di mezzo” nell’ambito jazz-rock-prog, Michel Delville ha progressivamente incrementato il bagaglio tecnico, l’arguzia nella ricerca timbrica, ma soprattutto l’approccio che fa della libertà espressiva la chiave per giungere ad un suono coinvolgente, ricco di potenza e raffinato al tempo stesso.

Le tappe del suo percorso musicale sono scandite da numerosi eventi fondativi, concretizzati in numerose band fra le quali ricordiamo The Wrong Object, medio combo del quale si trovano eccellenti prove discografiche, a partire dell’incontro con un autentico gigante del genere, il mai abbastanza compianto Elton Dean, documentato in The Unbelievable Truth. A seguire, ancora più maturo e convincente Stories from the Shed e in tempi più recenti After the Exhibition.

Veloce cenno merita anche douBt, formazione in trio strutturata in modo analogo a quella del disco del quale parleremo a breve. Anche qui due Cd di notevole spessore, Never Pet a Burning Dog e Mercy, Pity, Peace and Love, dove già troviamo un germe del progetto su Hendrix qui realizzato, con una prima versione di Purple Haze.

E infine Machine Mass, attuale trio dove il drummer è sempre (come in douBt) Tony Bianco, mentre le tastiere sono affidate ad Antoine Guenet, che rileva Alex Maguire. L’assunto è esplicito nel titolo, il repertorio è celeberrimo ma il risultato è comunque fresco, e caratterizzato dalla cifra stilistica del chitarrista belga, dove istinto e controllo vengono convogliati in un percorso che sfocia in un’energia che, pur mantenendosi sostanzialmente fedele alle atmosfere della psichedelia tipica dell’epoca, con masse sonore che ricordano a tratti anche Sun Ra (citato dallo stesso Delville nei ringraziamenti), riesce a riequilibrare la “datazione” con sonorità, stile e scelte armoniche in più punti sorprendenti.

Com’è ovvio, le cose più belle sono i guitar solo, fin dall’apertura di Third Stone From The Sun, impossibile citarne uno a discapito dell’altro. Il drumming di Tony Bianco fornisce il sapore più jazzistico (l’intro di Purple Haze, ad esempio), ed anche la necessaria propulsione in battere. Più defilato,  Antoine Guenet ha comunque modo di mettersi talora in evidenza, ad esempio fornendo corpo e sostanza “organica” al suono in Spanish Castle Magic, e nella successiva Fire.

Per dichiarata scelta produttiva, i brani sono proposti nella sequenza di registrazione, e in pratica non editati, quasi a voler rendere integralmente la sessione, con le inevitabili (seppur piccole) imperfezioni di un quasi-live dove la componente improvvisativa trova ampia applicazione. Forse qualche taglietto in più (pensiamo ad esempio a You Got Me Floating) avrebbe giovato alla scorrevolezza dell’ascolto, ma trattasi di gusti personali, e come tali del tutto opinabili. Resta comunque un disco intenso, ricco di spunti godibili e dotato di grande spinta. Play it Loud.

MICHEL DELVILLE guitar, Roland GR09, loops, stylophone, electronics, samples
TONY BIANCO drums, percussion
ANTOINE GUENET keyboards, synth, acoustic piano

Third Stone From The Sun; Purple Haze; Little Wing; Spanish Castle Magic; Fire; Voodoo Chile; Burning of The Midnight Lamp; You Got Me Floatin’; The Wind Cries Mary

The Wrong Object – After the Exhibition

Dopo un congruo numero di lavori dedicati a progetti collaterali (citiamo Doubt e Machine Mass trio), Michel Delville ritorna alla sua principale line-up con il nuovo disco di The Wrong Object. E l’attesa è pienamente ripagata da un percorso sonoro potente ed obliquo, ricco di inventiva e coinvolgente, dove i richiami alla tradizione RIO e prog sono rielaborati con grande freschezza.

Linee melodiche intricate e assolo eccellenti (Spanish Fly), atmosfere cupe disegnate dalle ance di Marti Melia e Francoise Lourtie (Yantra, con uno strepitoso Benoit Moerlen al vibrafono), libera improvvisazione (Jungle Cow part I), una memorabile chiusura con Stammisch, il disco mette in luce nel miglior modo possibile il talento creativo del chitarrista belga, che impone l’impronta della sua carismatica espressività al di là delle consistenti variazioni di organico: del precedente gruppo, in effetti, la formazione vede la permanenza del solo Laurent Delchambre alla batteria e percussioni. Fra le new entry, lungimirante appare la scelta dell’acerbo talentino in ascesa Antoine Guenet, tastierista “fresco di nomina” negli Univers Zero (e scusate se è poco…..).

A cinque anni di distanza dall’eccellente ed enciclopedico Stories from the Shed, questo disco evidenzia forse meno esuberanza ma maggior compattezza, in termini di maturazione, nella carriera di Delville: i modelli già citati all’epoca sono chiaramente sempre presenti, ma sempre più mimetizzati, metabolizzati in una ormai compiuta elaborazione di una personale cifra stilistica.

cover_300p-wideMJR 055 (2013)

http://moonjune.com/mjr_web_2013/home_mjr/

http://www.wrongobject.com

Tracklist:

1. Detox Gruel (4:13)
2. Spanish Fly (5:19)
3. Yantra (8:04)
4. Frank Nuts (3:38)
5. Jungle Cow Part I (5:50)
6. Jungle Cow Part II (4:40)
7. Jungle Cow Part III (6:07)
8. Glass Cubes (8:30)
9. Wrong But Not False (5:28)
10. Flashlight Into Black Hole (3:05)
11. Stammtisch (5:59)

Musicians:

Michel Delville / Guitar, Roland GR-09
Antoine Guenet / Keyboards, Vocals
Marti Melia / Bass & Tenor saxes, Clarinet
François Lourtie / Tenor, Alto & Soprano Sax, Voice
Pierre Mottet / Bass
Laurent Delchambre / Drums, Percussion, Objects, Samples
Benoît Moerlen / Marimba & Electronic Vibraphone (2,3, 5-7 & 11)
Susan Clynes / Vocals (8)

The Wrong Object – Stories from the Shed

di Alfonso Tregua

018MJR018 – 2008

Disco dall’impatto notevolissimo, questo “Stories From The Shed” è un compendio della ricca inventiva del chitarrista belga Michel Delville, autore della maggior parte dei brani, affiancato da un efficace e rodato quartetto con il quale vanta prestigiose collaborazioni dal vivo (Elton Dean, Harry Beckett, Annie Whitehead e Ed Mann fra gli altri).

La scelta di registrare “live” in studio, senza alcun uso di sovraincisioni, è indice di grande padronanza e sicurezza, e garantisce fluidità all’ascolto, lasciando spazio ad un uso equilibrato dell’improvvisazione, in un impianto comunque costruito in maniera assai meticolosa.

Difficilissimo citare un’influenza diretta: in filigrana traspare un percorso che va dall’art-rock al progressive per approdare al jazz europeo di matrice contemporanea; affiorano qua e là frammenti di Zappa, del Dr. Nerve, dei progetti Masada di John Zorn, ma il tutto è sminuzzato e rielaborato in maniera personale.

Melodie sghembe e fraseggi intricati, una creativa attitudine a spiazzare l’ascoltatore, continue sorprese timbriche nella fitta tessitura, che pur essendo alquanto complicata non smarrisce quasi mai il filo rosso della coerenza, sono gli elementi caratteristici di questo lavoro, in più punti davvero riuscito e coinvolgente.

Pur ricordando a sprazzi, nei momenti ad elevata energia, il Terye Rypdal più duro, Delville rivela anche una personale e feconda voce strumentale, parca nell’uso degli effetti; scevro dal narcisismo per gran parte del disco, si concede con parsimonia l’occhio di bue, come nel conclusivo The Unbelievable Truth – part II (brano già proposto in versione live nel pregevolissimo side-project “Elton Dean & The Wrong Object – The Unbelievable Truth”).

Fra gli altri, merita particolare menzione Laurent Dechambre, con il suo drumming irregolare e fantasioso, seppur solidissimo nella pulsazione ritmica, che sostiene ed integra il percorso sonoro dei solisti, senza limitarsi ad accompagnarlo.

Tirando le somme, al di là di qualche episodico calo di intensità, un disco da raccomandare, un invito a sfuggire alle ovattate confezioni dei soliti noti, un ascolto che può rappresentare una salutare sferzata per molti apparati auricolari.

  1. Sonic Riot At The Holy Palate
  2. 15/05
  3. Sheepwrecked
  4. Acquiring the Taste
  5. Lifting Belly
  6. Malign Siesta
  7. Theresa’s Dress
  8. Rippling Stones
  9. Theresa’s Dress – Reprise
  10. Strangler Fig
  11. Waves and Radiations
  12. Saturn
  13. The Unbelievable Truth – Part I
  14. The Unbelievable Truth – Part II

Michel Delville electric & synth guitar, electronics

Fred Delplancq tenor sax

Jean-Paul Estiévenart trumpet

Damien Polard bass guitar, electronics

Laurent Delchambre drums, assorted percussion, samples, electronics

http://www.moonjune.com/

http://www.wrongobject.com/

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