ITALIAN INSTABILE ORCHESTRA
Una maxi-orchestra italiana sullo stampo di analoghe formazioni europee, nata nel 1990, in occasione dell’Europa Jazz Festival a Noci, da un’idea di Pino Minafra. Quando nel 1992 la Leo Records pubblica il loro primo disco, “live in Noci and Rive de Gier” registrato da Radio France, è grande la fascinazione e la curiosità nella lettura dell’organico.
Cosa verrà fuori, dall’incontro di tante personalità così forti? La sfida di questo large ensemble è quella di voler lavorare su criteri egualitari, senza un leader fisso: in questo, più simile alla Globe Unity che ai Centipede.
I sei brani vedono infatti alternarsi sei diversi compositori: Damiani, Colombo, Schiaffini, Gaslini, Minafra, Tommaso. Il risultato è un flusso di segnali disparati, dove forme libere, parti strutturate, musica da circo, danze, declamazioni nostalgiche e umoristiche si alternano con un risultato complessivo sorprendente e ammaliante nella sua imperfezione. Un’ideale rappresentazione sonora del principio di indeterminazione di Heisenberg: impossibile, anche qui, descrivere con precisione gli eventi simultanei, e ancor meno il loro divenire (quantomeno al primo ascolto….). Il tutto resta comunque chiaro e intellegibile, lontano dalle tagliole estenuanti di certa impro radicale. Senza disdegnare le prove di forza spettacolari, come gli assolo di Colombo e Trovesi ne “I virtuosi di Noci”. Il primo passo è compiuto, in entrambi i sensi.
Il secondo CD esce nel 1995, “Skies of Europe”: registrazione di studio (auditorium F.L.O.G.) a Firenze, pubblicato dalla ECM, consta di due lunghe composizioni di Tommaso e Gaslini.
Bella confezione e libretto ben curato, presa del suono di elevata qualità, come è negli standard dell’etichetta tedesca, precisione esecutiva, e grande pulizia stilistica nella costruzione. Visti i presupposti, il disco è un successo annunciato di pubblico e critica: tra l’altro, miglior CD dell’anno per Musica Jazz.
Il contraltare è l’inevitabile ingabbiamento causato dall’estetica eicheriana, al quale nemmeno la IIO riesce a sfuggire, perdendo la baldanza un po’ gaglioffa e l’attitudine al rischio della prova precedente, sia nella enfatica solennità dei temi de “Il maestro muratore” che nella scelta di lavorare spesso con organico ridotto (dal duo al quartetto) nella lunga suite di Gaslini che dà il titolo all’album.
Fatto sta che, fin dal successivo “European Concerts ’94-’97” l’Orchestra ritorna ad incarnare quell’atteggiamento che Marcello Lorrai definisce come “filosofia dell’imprevisto”1, e che sarà portato avanti negli anni successivi in una progressiva affermazione che porterà “il manipolo di irregolari”1 ad una ricca attività concertistica internazionale. Questo terzo disco si apre con la riproposizione di Sud, composizione del 1973 di Mario Schiano che (parole sue) “coronava una ricerca sui possibili agganci del jazz con la musica popolare, in particolare del meridione, condotta assieme a Marcello Melis.” E una tappa assai interessante del cammino dell’Instabile, nell’ovvia cornice di S. Anna Arresi, sarà dedicata qualche anno dopo proprio al contrabbassista sardo. Per l’occasione, ospite dell’Orchestra la vocalist Clara Murtas. La data è il 4 settembre 2003, e un breve ma corposo estratto (messo in onda da Radio 3 Rai) si può ascoltare a questo link.
1 dalle note di copertina di European Concerts 94-97