Breve intervallo dopo la conclusione del concerto di Lala & Sade, e quindi inizio del secondo set per la serata del 17 agosto a Màrtone: senza preavviso, salgono sul palco il batterista Giorgio Di Tullio e il bassista Michele Tacchi, che danno il via ad un energico supporto ritmico. Poco dopo si aggrega ai due il giovane leader Mattia Cigalini,

con un rovente intervento del suo sax alto: il pretesto è il tema della Lambada, letteralmente triturato. Una decina di minuti ad alta intensità, seguiti da una sosta per una rapida presentazione, e il set continua, utilizzando ancora come spunti d’avvio temi pop quali Waka-Waka di Shakira et similia. Su tale struttura è infatti costruito l’ultimo lavoro discografico Beyond, edito per la CAM Jazz, da cui sono estratti i brani presentati.


L’interplay fra i tre non è ai massimi livelli (la sensazione è che suonino insieme per la prima volta), ma l’impegno dei due comprimari fa sì che non venga vanificato lo scopo principale, ovvero mettere in luce il talento a tratti straripante del giovanissimo sassofonista (classe ’89), associato ad un sano spirito di ricerca che lo vede usare anche l’elettronica, ed episodicamente trattare l’ancia per estrarne suoni non convenzionali. Fraseggio rapido e potente, molto valido nelle fasi ad alta intensità sonora, mentre nei momenti in cui la trama rallenta gioverebbe un approccio più morbido, certamente maturabile nel corso della carriera, che è facile prevedere rapida e brillante.
Una voce strumentale fresca, che tende ad una valida sintesi fra il perfezionismo che può sfociare nella freddezza, e la tensione innovativa che rischia talvolta di tracimare nella non comunicazione. Bene così.

Foto di Anna Clara D’Aponte