Elegante e virtuosistico, “Um Brasil diferente” affianca il clarinetto di Gabriele Mirabassi, fervente tropicalista da numerosi anni, alla chitarra classica del brasiliano Roberto Taufic, autore di tre dei quattro originali presenti nel disco. Repertorio quindi sbilanciato a favore di tradizionali a firma prestigiosa (Guinga, Cartola, Vinicius, Baden Powell, Chico Buarque…).
Valida l’alternanza di up tempo e ballad nei primi 4 episodi (particolarmente incisiva l’opening track Jongo de compadres), nel prosieguo si indulge su atmosfere meditative infilando a tratti accenni di materiali dissonanti (Desalento, l’avvio della conclusiva Suburbano Coração), e velat(issime) atmosfere jazzistiche (Violo vadio), ma in misura fin troppo parca per poter considerare centrato il bersaglio che il titolo del disco lascia intendere.
Confezione impeccabile, buon lavoro nel suo àmbito, consigliabile senz’altro agli amanti del genere, ma per il differente cercherei altrove…..