MJR 062 – 2014 –
Nel capitolo secondo vediamo un modo diverso di approcciare il power trio: ce ne dà occasione l’ascolto di Resolution, firmato dal batterista catalano Xavi Reija, autore di sette degli undici brani che compongono il disco. Qui l’interplay fra i tre musicisti appare decisamente più paritario e disposto all’esplorazione, pur restando in buona parte all’interno di strutture ancorate a solidi stilemi jazz-rock. Il drumming del leader si muove con sapiente disinvoltura in coloriture e controtempi che ricordano a tratti la migliore scuola canterburyana (pensiamo a Pip Pyle e forse ancor più a Bill Bruford), lasciando ampio spazio alle capacità tecniche ed espressive degli altri due lati del triangolo, ovvero il chitarrista Dusan Jevtovic e il sorprendente e propulsivo bassista Bernat Hernandez, già protagonisti di Am I walking wrong?
La partenza nei primi tre brani è davvero impeccabile, poi quasi a voler andar oltre il gruppo prosegue confezionando una materia sonora a tratti torrida, anche correndo il rischio di piccole perdite di controllo nelle fasi più spericolate, ad alto tasso improvvisativo e noisy, come l’episodio ad ampio respiro Dreamer e la successiva Abyss. A seguire è piazzata saggiamente la delicata The Land of the Sirenians, dall’andamento jazz ballad, necessario momento di respiro prima di tornare ad atmosfere più serrate (Unfinished Love, John’s song, dove i timbri delle corde sono distorti fino alle soglie del rumore) fino alla fine, per un minutaggio assai cospicuo ma comunque scorrevole, nonostante le ruvidità disseminate un pò ovunque.
Un ascolto impegnativo e stimolante, un work in progress già valido ma senz’altro perfettibile. La stoffa c’è.
1. Flying to Nowhere; 2.Macroscope; 3.Shadow Dance; 4.Dreamer; 5.Abyss; 6. The Land of the Sirenians; 7. Unfinished Love; 8. John’s Song; 9. Resolution; 10. Gravity; 11. Welcome to the End.
Personnel: Xavi Reija: drums; Bernat Hernandez: bass; Dusan Jevtovic: guitar.