di Alfonso Tregua
I veronesi D.F.A., quartetto compatto e di eccellenti doti tecniche, propongono nel “loro” 4th una rilettura fresca ed ispirata del verbo canterburiano, mostrando di prediligere una scrittura ricca di intrecci raffinati, costruzioni armoniche meticolose, repentini e precisi cambi di tempo. Ne risultano atmosfere non dissimili a quelle che caratterizzarono, negli anni ’70, le pagine realizzate da gruppi come National Health ed Hatfield and the North, ai quali il rimando è immediato anche in virtù delle scelte timbriche.
Muovendosi a loro agio in ogni situazione, De Grandis e Co. ottengono i migliori risultati nei brani a più ampio respiro, come la suite di apertura “Baltasaurus”, dall’ammirevole e cangiante disegno compositivo, con le tastiere di Bonomi in buona evidenza, o la intensa e meditativa “Mosoq Runa”, dove il tipico spettro sonoro di impianto “progressive” è arricchito dalla presenza di un trio d’archi.
Non mancano opportuni spunti dall’incedere più serrato (“Vietato generalizzare” e “The Mirror”), ed una sorprendente, bellissima chiusura con una incantata rielaborazione del tradizionale sardo “La ballata de s’isposa ‘e Mannorri”, dove l’eleganza del suono strumentale (anche qui ampliato a sette elementi) si mescola alla perfezione con il canto ancestrale e leggiadro del trio vocale “Andhira”. Una preziosa e originale gemma, a suggello di un lavoro maturo e ben riuscito.
1 Baltasaurus
2 Flying Trip
3 Vietato generalizzare
4 Mosoq Runa
5 The Mirror
6 La ballata de s’isposa ‘e Mannorri
Alberto De Grandis drums, percussion, vocals on 5 Alberto Bonomi Hammond A-100 organ with Leslie 760, Fender Rhodes el. piano, Steinway acoustic piano, synths, flute Silvio Minella electric guitars Luca Baldassari bass guitar special guest Andhira - vocals on 6: Elena Nulchis, Cristina Lanzi, Egidiana Carta Zoltan Szabo - cello on 4 & 6 Maria Vicentini - violin & viola on 4 & 6